Il 19 febbraio 2018 l’AIB ha risposto alla Consultazione pubblica lanciata dalla Commissione Europea sulle cause della disinformazione online e sui possibili rimedi.
A parere dell’AIB, il fenomeno della disinformazione è molto antico, riguarda molteplici ambiti (economia, politica, ambiente, immigrazione ed altri) e non riguarda soltanto le piattaforme online.
Non può essere contrastato con misure liberticide, ma promuovendo, anche attraverso il potenziamento dei servizi bibliotecari, livelli di istruzione più alti e conoscenza delle metodologie di verifica e confronto delle fonti, rispetto dei codici etici da parte di autori e operatori professionali.
L’esigenza di evitare la diffusione di notizie false e disinformazione online non deve indurre a forme di censura o filtraggio: le fake news non devono essere confuse con la libertà di pensiero e di opinione e non è compito delle piattaforme online valutare le fonti. Sicuramente maggiore trasparenza sugli algoritmi di rilevanza sarebbe utile, e altrettanto fondamentale è assicurare l’offerta di una pluralità di fonti sui fatti riportati. Soprattutto è necessario promuovere opportunità di apprendimento lungo l’arco di tutta la vita e la capacità critica degli utenti, lasciando a loro sempre libertà di scelta. Per queste finalità occorre rafforzare la rete di biblioteche di base e scolastiche e la formazione professionale dei bibliotecari e degli insegnanti e diffondere il più possibile in accesso aperto l’accesso aperto l’informazione del settore pubblico o finanziata dal settore pubblico come i risultati della ricerca scientifica.